Guida turistica Siviglia
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Un po’ di storia…
Siviglia è il risultato dell’avvicendarsi di diverse culture che nei secoli hanno arricchito il suo patrimonio culturale, monumentale e artistico.
Il mito la vuole fondata da Ercole, che poco distante pianterà le sue celebri colonne (una è la rocca di Gibilterra, l’altra il monte Musa sulla costa africana). Come era scritto su una delle perdute porte d’ingresso della città: “Ercole mi edificò, Cesare mi cinse di mura e il re santo mi conquistò”.
Oggi sappiamo che Ispal, il primo insediamento di Tartassi (popolazione indigena attiva intorno al 1300 a.C.) fu successivamente occupato dai Fenici e dai Cartaginesi. Di quest’epoca rimane il “Tesoro del Carambolo”, una straordinaria parure rituale in oro di cui si può ammirare una copia nel Museo Archeologico. L’originale è conservata nel caveau di una banca.
Nel 206 a. C. la città fu ribattezzata Hispalis dagli occupanti Romani che fondarono poco distante Italica, di cui restano rovine visitabili. In questa sorta di quartiere residenziale, Beverly Hills dell’epoca, nacquero due Imperatori: Traiano e Adriano.
Giulio Cesare elevò Hispalis al rango di colonia e la trasformò una delle città più importanti della penisola iberica.
Alla caduta dell’impero, fu il turno dei Visigoti e dal 712 degli Arabi, che la chiamarono Ishbīliya. Furono questi i promotori di un’epoca di straordinario splendore culturale. Riuscirono a scacciare l’invasione Normanna (844) ma non i Cristiani che la sottomisero nel 1248 con san Fernando III di Castiglia e Leon. La città subì rapide trasformazioni: la Moschea Maggiore venne sostituita dall’attuale Cattedrale.
Dopo la scoperta dell’America (1492) il suo porto fluviale sul Guadalquivir dominato dalla “Torre del Oro”, da sempre importantissimo, ottenne il monopolio del commercio con il Nuovo Mondo. La città si trasformò in una delle più ricche e cosmopolite del pianeta: con 100.000 abitanti era la più popolata del Regno. Per Siviglia, il 1600, sarà artisticamente il “Siglo de Oro” grazie a maestri come Velázquez, Zurbaran, Murillo, Valdés Leal, Martinez Montanés, Roldan.
Con la peste del 1649 e il progressivo insabbiamento del Guadalquivir è condannata a un inesorabile declino. Nel 1929 l’ormai sonnolenta cittadina di provincia è risvegliata dall’Esposizione Iberoamericana. La spettacolare “Plaza de España” ne è testimone. Seguirà nel 1992 l’Expo Universale di cui restano futuristiche installazioni e il monumentale ponte del Alamillo dell’archistar Santiago Calatrava.
Altro non vi racconto, altrimenti cosa mi contrattate a fare?