Ho scoperto un po’ di Siviglia anche in Valle d’Aosta: nel Castello Reale di Sarre, a pochi chilometri da Aosta, dove troneggia un bel ritratto di.. San Fernando di Siviglia!        
L’antico castello medievale, oggi tra i più visitati della Valle, venne acquistato nel 1869 da Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia e rimaneggiato come pied-à-terre per le sue celebri battute di caccia al camoscio e allo stambecco nelle vicine vallate.        
La tela “sivigliana” fa bella mostra di sé nell’elegante camera da letto utilizzata della Regina Margherita, nuora del padrone di casa (era moglie, nonché cugina, del suo primogenito, il futuro Umberto I).
L’anonimo autore (1870 circa) realizza un ritratto idealizzato dimostrando di conoscere bene  i simbolismi legati al celebre monarca castigliano (1199 – 1252). Vediamo infatti poggiata su un altare la sua celebre spada, la “Lobera” (“cacciatrice di lupi”, intesi come gli infedeli, che potremmo tradurre con.. “lupara”) e la statua della “Virgen de la Batailla”, ovvero la “Madonna della Battaglia”. Si tratta di un’elegantissima statuina gotica in avorio, regalatagli da suo cugino san Luigi re di Francia (1214-1270) oggi conservata nella cattedrale di Siviglia, che il re-soldato portava sempre con sé. Per questo veniva chiamata anche la “Virgen del Arzón”, la “Madonna della Sella”, dove veniva custodita durante le estenuanti cavalcate nelle lande castigliane e andaluse, teatro di epici scontri tra Cristiani e Mussulmani (avete presente il film “Il Cid” con Charlton Heston e Sophia Loren?). Il re castigliano sarà infatti uno dei paladini della “Riconquista” delle terre iberiche dominate per secoli dagli “infedeli, i mori”, impegno coronato con la presa di Siviglia nel 1248. Era questa la capitale di uno dei regni più importanti e strategici della penisola, che decretò il definitivo declino del potere mussulmano in Europa. Nel 1671 verrà dichiarato santo, in omaggio a una vita dedicata alla “Crociata spagnola” diventando, ovviamente, patrono di Siviglia, città dove visse sino alla morte. A simbolo della sua umiltà e fede, si noti la corona rovesciata ai piedi della Madonnina.
Il manto d’ermellino, la capigliatura e l’espressione ricordano il più celebre dei ritratti del santo, realizzato all’epoca della sua canonizzazione dall’artista sivigliano Bartolomé Esteban Murillo (1617 – 1682), che l’anonimo autore della tela valdostana doveva conoscere bene.  
Ed è per questo che scopriamo la sua effigie nel castello: quale esempio di virtù (abile politico, valoroso quanto umile combattente per la fede cristiana) da cui i rappresentanti di Casa Savoia avrebbero certamente tratto insegnamento. Chissà un regalo del cognato di Margherita, Amedeo duca d’Aosta (fratello di Umberto), dal 1871 al 1873 effimero re di Spagna?