Qualsiasi guida turistica ufficiale in italiano di Siviglia vi dirà che Cristoforo Colombo, nato a Genova nel 1451, marinaio inquieto e geniale, abbandonò presto l’Italia (caso eclatante di “fuga di cervelli”) per risiedere a lungo tra Portogallo e Spagna. Cercando la via delle Indie via mare, per “sbaglio” scoprì l’America e cambiò per sempre la Storia dell’umanità. Purtroppo non lo seppe mai, perché morì giovane, prima che Amerigo Vespucci dimostrasse definitivamente che il continente che aveva raggiunto non era l’Asia ma bensì uno nuovo e immenso, che per questo venne a lui dedicato: “America”. Colombo morì a Valladolid il 20 maggio del 1506 a 55 anni e venne inizialmente sepolto nella località castigliana. Tre anni dopo i suoi resti vennero riportati a Siviglia e inumati dove aveva abitato con suo figlio Fernando, nella Certosa di “Santa Maria de las Cuevas”, oggi Centro d’Arte Contemporanea, detta la “Cartuja”. Su disposizione dell’altro figlio Diego, nel 1537 le sue spoglie vennero spedite nel Nuovo Mondo, nella Cattedrale di Santo Domingo, fino a quando parte dell’isola non fu ceduta ai francesi. Per questo, nel 1795 i resti vennero traslati nella cattedrale dell’Avana, a Cuba. Nel 1898, dopo l’indipendenza dell’isola, i resti sempre più esigui di Colombo ritornarono a Siviglia, ma questa volta nel monumento completato da Arturo Mélida nel 1901 nella cattedrale di Santa Maria della Sede.
Oltre alla doverosa visita della tomba ufficiale di Colombo, potrete venire con me sino alla “Cartuja” per ammirare lo splendido edificio, le sue collezioni d’arte contemporanea e il luogo, ricordato da un monumento, della prima tomba sivigliana di Colombo. A poca distanza, nel quartiere di Triana, potremo scoprire altri monumenti che ricordano i “trianeros” che parteciparono a quell’incredibile avventura guidati da Colombo, come il giovane mozzo Rodrigo de Triana, il primo che in quel lontano 12 ottobre 1492 esclamò “Tierra!”